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Era
da tempo nelle intenzioni della Corporazione dei Mastri Oleari di
svolgere, fra le attività culturali e di ricerca per la difesa e
la divulgazione dei prodotti dell’olivicoltura, un programma sistematico
di incontri e di esperimenti per contribuire a favorire l’applicazione
dello strumento giuridico delle D.O. per gli oli di oliva extravergini
e vergini di qualità. Il riconoscimento dell’utilità e dell’importanza
del suddetto programma, giunto attraverso lo stanziamento di un contributo
da parte del Ministero per le Risorse Agricole, Alimentari e Forestali,
è stato per la Corporazione dei Mastri Oleari l’incentivo più
lusinghiero, la conferma più autorevole dell’opportunità
di operare senza indugio. I Mastri Oleari, secondo il loro stile e il loro
credo, hanno inteso e intendono agire nell’interesse pubblico, in pieno
accordo con le Istituzioni e con gli altri Gruppi di studio: per questo
hanno scelto le Sedi operative di cui si dà notizia nell’Editoriale
che apre questa Rivista. Per questo hanno tenuto e terranno contatto con
l’Istituto Sperimentale per la Elaiotecnica di Pescara, con l’Università
di Perugia, con lo stesso Ministero, dichiarandosi disponibili e favorevoli
all’apporto e alla collaborazione delle altre Organizzazioni competenti.
Per questo essi esprimono gratitudine agli Ospiti delle sedute ufficiali
di analisi, agli Enti che collaborano e specialmente al Ministero che ha
incentivato l’avvio del programma.
Prosegue
il programma sistematico di incontri, di esperimenti e di elaborazioni
logiche intrapreso dalla Corporazione dei Mastri Oleari per contribuire
a favorire l’applicazione dello strumento giuridico delle D.O. per gli
oli d’oliva extravergini e vergini di qualità. In corso di svolgimento,
il programma di ricerca avviato lo scorso maggio (il quale s’innesta nelle
incessanti sperimentazioni che da anni i Mastri Oleari vanno facendo con
il loro Panel di assaggio, di seduta in seduta, di Corso in Corso, di raccolto
in raccolto) ha subito degli sviluppi e qualche aggiustamento. Gli aggiustamenti
sono di due tipi: formali e operativi. Dal punto di vista formale vanno
modificate soltanto alcune delle premesse riportate nel precedente Quaderno
"Inchiesta Speciale 1". Per motivi di tempo e di agibilità
è stata infatti anticipata la terza seduta di assaggi ufficiali
che, riferita agli oli prodotti nelle Regioni settentrionali, concluderà
la serie di incontri mirati di cui vengono pubblicate le schede analitiche
riassuntive. La suddetta , terza seduta di assaggi si svolgerà dal
7 al 9 novembre prossimi venturi in uno spazio appositamente attrezzato
presso EXPO - FOOD di Milano. Anche in questa occasione i lavori, effettuati
con il necessario raccoglimento da parte dei degustatori, potranno essere
seguiti dal pubblico di visitatori e da qualsiasi interessato poiché
le elaborazioni, effettuate con il sussidio informatico, avverranno nello
stand fieristico dove potranno essere fornite spiegazioni e informazioni
circa la ricerca in corso di svolgimento. Formalmente si è preferito
anche programmare per il tempo successivo alla terza seduta di assaggi
e a una prima elaborazione dei risultati globali lo scambio ulteriore di
risultanze e un eventuale, auspicato, nuovo incontro con i ricercatori
dello Istituto Sperimentale per la Elaiotecnica di Pescara e della Università
di Perugia per poter rivolgere infine al Ministero delle Politiche Agricole,
che ha approvato il programma e vi contribuisce, un quadro completo delle
risultanze conseguenti alla ricerca. Dal
punto di vista operativo, una buona parte delle prove di assaggio, che
sono state effettuate a Perugia presso l’Istituto di Industrie agrarie
dell’Università con il fattivo intervento anche dei Docenti dell’Istituto,
è stata completata con l’adozione supplementare di un quarto metodo
di degustazione proposto e impiegato dalla Università, simile a
quello utilizzato dagli Organizzatori per il concorso Ercole Olivario di
Spoleto. L’esame comparativo dei metodi
noti e delle relative risultanze è infatti un interessante mezzo
per avvicinarsi alla soluzione del problema concernente il metodo ideale
per la determinazione della rispondenza degli oli a D.O. ai relativi disciplinari
o comunque della presenza nei prodotti tipici di caratteristiche salienti
e collegabili con la loro origine.
Avviandosi
verso la conclusione, l’inchiesta incomincia a configurare delle risultanze
sulle quali è possibile provare
a formulare delle ipotesi e a trarre dei suggerimenti pratici. Tuttavia
ci siamo imbattuti, strada facendo, nella necessità di ampliare
la nostra ricerca facendo ricorso anche a prove e a risultanze diverse
dalle sedute di degustazione programmate. D’altronde, come era nelle nostre
intenzioni, abbiamo voluto ulteriormente consultarci
con esperti di altre Organizzazioni di studio e di analisi: più
precisamente ci siamo incontrati anche con il Panel della O.N.A.O.O. di
Imperia e abbiamo discusso nuovamente
il problema del metodo di assaggio adatto alla determinazione e al controllo
della tipicità oltre che della qualità generica. Occorre
osservare anche come nel frattempo si siano verificati degli eventi importanti
che hanno avuto e avranno una stretta relazione con la nostra inchiesta
: il raccolto 1997/98 in Italia, negli altri Paesi della U.E. e nei Paesi
extracomunitari e il conseguente orientamento dei mercati; la politica
promozionale della U.E. e le tendenze per una regolamentazione del mercato
in tema di qualità e di indicazioni di provenienza; le proteste
contadine per il crollo dei prezzi interni delle olive e degli oli italiani
di qualità; le proposte di regolamentazione delle indicazioni di
provenienza degli oli d’oliva fatte dal C.O.I. e le conseguenti perplessità
a proposito delle indicazioni da adottare per l’esportazione; l’erogazione,
l’impiego, la ripartizione dell’aiuto alla produzione che sono discutibili
non soltanto sul piano del loro calcolo e del loro ammontare ma anche sul
piano delle colossali speculazioni che vi si innestano come la più
che sospetta erogazione di aiuti per partite di oli di provenienza extracomunitaria
"con passaporti falsi" fabbricati entro la U.E.; l’approvazione
da parte della U.E. di altre D.O.P. per oli italiani (18 D.O.P. a tutt’oggi)
, le richieste in corso per altre D.O.P. e I.G.P. e le difficoltà
che tuttora persistono nella pratica utilizzazione delle D.O. medesime
per i ritardi dei catasti olivicoli, della istituzione degli Albi degli
Assaggiatori , della creazione dei Consorzi di tutela....Tutte queste considerazioni
ci fanno dire che è ancora e sempre più utile l’accertamento
della tipicità nella qualità connessa con la provenienza,
che è ancora e sempre più urgente la reale possibilità
di applicare almeno l’istituto delle D.O. per salvaguardare la nostra olivicoltura
nazionale ma anche la nobiltà e il pregio di un prodotto alimentare
come l’olio d’oliva capace di esprimersi a diversi livelli qualitativi
e con diverse caratteristiche nettamente differenziate.
Mentre
esponiamo le conclusioni dell’Inchiesta che è stata condotta dalla
Corporazione dei Mastri Oleari secondo
il programma annunciato in apertura e approvato dal Ministero delle Politiche
Agricole, dobbiamo constatare che l’applicazione
effettiva delle Denominazioni di Origine Controllate e Protette nonché
delle Indicazioni Geografiche Protette, per quanto riguarda gli oli d’oliva
vergini di qualità è tuttora latente, in alcuni casi impossibile,
in altri dubbiosamente ipotizzabile, in nessun caso (o, a quanto pare,
solo in un paio di casi di cui si ha notizia in questi giorni) effettiva
e efficace come sarebbe auspicabile che fosse.