PUGLIA
Il primo elemento che emerge da un esame della regione Puglia dal punto di vista vitivinicolo è la straordinaria produttività dovuta all'estensione del vigneto e alle rese elevate. I dati relativi sono però in corso di ridimensionamento con una contrazione complessiva cui fa riscontro un'espansione relativa delle produzioni pregiate come quella dei vini a DOC Di fatto quella che gli antichi Greci chiamavano Enotria, terra del vino, che nel secolo scorso era definita cantina d'Europa e pochi decenni or sono era ancora la patria dei vini sfusi all'ingrosso, richiesti un po' ovunque, ha subìto una necessaria evoluzione dovuta al crollo della domanda dei vini da taglio ma anche all'istituzione di importanti centri di ricerca vitivinicola (Barletta, Bari), all’organizzazione dei produttori in cooperative, all'orgoglioso impegno di certe aziende piccole e medie di tipo familiare e anche, probabilmente, alla nuova legislazione che ha promosso la distinzione e la tipicizzazione di numerosi vini con le Denominazioni di Origine e le Indicazioni Geografiche. Le stime più recenti danno la produzione vinicola pugliese come arroccata attorno al 16% di quella nazionale, una proporzione inferiore alle medie dei decenni passati e alla produzione stimata per la Sicilia, l'altro colosso produttivo che in passato teneva spesso la seconda posizione nelle statistiche. Rimangono a sostegno della produttività regionale la notevole produzione di mosti rettificati per uso enologico richiesti dal mercato italiano, la distillazione (anch'essa in calo) e l'elevato autoconsumo per il quale i pugliesi detengono il primato nell'Italia meridionale. La regione assume il nome dagli Apuli, antica popolazione italica stanziata nel territorio del Gargano, da cui per estensione derivò l'Apulia romana che giunse a ricomprendere tutta la Penisola Salentina. La Puglia costituisce l’estremità orientale della penisola italica che, a sud del Molise, occupa la fascia compresa fra i confini di Campania e Basilicata e il mare Adriatico per prolungarsi poi in una stretta penisola (il cosiddetto "tacco") fra l'Adriatico e lo Ionio. Il confine regionale con il Molise è segnato dal fiume Fortore. Il confine con la Campania corre sui monti della Daunia, spartiacque fra il Tirreno e l'Adriatico; quello con la Basilicata attraversa le pianure fra le Murge e l'Appennino e, nell'ultimo tratto coincide con la foce del Bradano. Più della meta della sua superficie (53%) e costituita da pianure, un altro 45% del territorio e occupato da bassi altopiani e da plaghe collinari e il restante 2% da rilievi montuosi, fatto questo unico per una regione italiana. Le coste pugliesi si snodano per più di 800 chilometri e da esse spirano le correnti d'aria che influiscono sulle variazioni climatiche, sul calore e sulla siccità estivi che sono talvolta gli elementi problematici di una viticoltura altrimenti favorita dai suoli e dalla luminosità. I vigneti, alternati agli uliveti che sono la coltura predominante in Puglia, occupano prevalentemente le zone pianeggianti ma si spandono poi un po' ovunque: le rese medie pugliesi sono comunque fra le più elevate del Mezzogiorno. La gamma dei vitigni coltivati è ampia, a cominciare dalle varietà indigene prevalenti. Fra queste le robuste cultivar a frutto nero che consentono la preparazione dei potenti vini da taglio come il Negroamaro, il Primitivo, la Malvasia Nera e che ora danno sorprendenti risultati con nuove tecniche di vinificazione. Poi, soprattutto nella Puglia settentrionale, la pregiata uva di Troia, sempre a frutto nero. Un recente orientamento sta spostando la tradizionale, schiacciante prevalenza dei vitigni a uve nere verso un recupero e un'estensione della coltivazione dei vitigni a uve bianche fra cui in primo luogo gli indigeni Verdeca e Bianco d'Alessano. Alle varietà suddette se ne affiancano altre di provenienza forestiera; il tradizionale Primitivo e i più recenti Pinot e Cabernet (rossi); i tradizionali Bombino Bianco, Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca e i più recenti Chardonnay e Sauvignon Blanc. E poi Bombino Nero, Malvasia Nera, Moscato di Trani e altri vitigni esclusivamente o prevalentemente indigeni più uno stuolo di varietà forestiere raccomandate o approvate in una o più province. Fra i vitigni importati si trova un po' in tutta la regione, l’Aleatico dalle cui uve nere zuccherine con l'aggiunta eventuale di altri autoctoni grappoli neri, si ottiene da sempre l'Aleatico di Puglia, Dolce naturale o Liquoroso, ora disciplinato con una DOC Pur se sussiste una buona parte di vigneti coltivati ad "alberello" specialmente in Val d'Itria e nel Salento, sono ora assai impiegati i sistemi a "spalliera", tipici delle colline centrali che permettono produzioni di maturazione più lenta, con maggiori aromi e quindi migliori risultati qualitativi. Il contrario può dirsi per il sistema a "tendone" egualmente adottato abbastanza diffusamente. Specialmente nei vigneti di pianura è stato adottato anche il sistema "Casarsa", che consente la vendemmia meccanizzata. Pianure e colline del Foggiano, temperate dalle brezze marine e montane dei rilievi del Gargano e dei monti della Daunia, sono ricche zone agricole nelle quali i vigneti generano uve sia bianche che nere da cui derivano vini bianchi, leggeri e vini rossi non eccessivamente corposi con l'eccezione di qualche prodotto non previsto nei disciplinari, di recente ideazione, che include uve da vitigni francesi come il Malbech e si presenta pieno, intenso, tannico. Le varietà Trebbiano e Bombino Bianco più Malvasia Bianca e Verdeca concorrono alla produzione del vino DOC San Severo Bianco; le varietà Montepulciano e Sangiovese a quella del DOC San Severo Rosso e Rosato. Da un uvaggio complesso (Uva di Troia, Moltepulciano e/o Sangiovese e/o Malvasia Nera più Bombino Bianco e/o Malvasia del Chianti) nella zona pianeggiante di Lucera, Biccari e Troia si ricava il Cacc'e Mutte (ossia press'a poco preleva vino e aggiungi uva nei tini di fermentazione) un vino rosso giovane per definizione che può portare la DOC con una specificazione "di Lucera". Altre DOC della zona a sud di Foggia possono portare il Rosso e il Rosato di Orta Nova e il Rosso di Cerignola. Le Murge e la Terra di Bari, varcato il fiume Ofanto verso sud si presentano con gli ondulati rilievi dell'altopiano verso l'interno e con le pianure lambite dal mare. La zona di Castel del Monte, con altitudini variabili dai 300 ai 600 m, gode di condizioni pedoclimatiche ideali che consentono la coltivazione dei vitigni tradizionali a frutto rosso e rosato così come dei moderni vitigni a frutto bianco, con rese non eccessive e risultati qualitativi ragguardevoli. I vini bianchi, rossi e rosati Castel del Monte (DOC) hanno raggiunto buona notorietà anche per l'impegno di importanti produttori ai quali si devono pure degli interessanti vini da tavola sperimentali da vitigni forestieri, Sauvignon, Pinot Bianco, Chardonnay. I vini DOC Rosso Barletta e Rosso Canosa derivano invece dalla più prolifica, litoranea Terra di Bari. Egualmente il Moscato di Trani (anche DOC) Dolce naturale e Liquoroso, uno dei più eleganti vini da fine pasto del meridione. Riportandosi fra le colline delle Murge e scendendo vicino ai confini con la Basilicata, i vigneti di Malvasia, Greco, Bombino e altri vitigni a frutto bianco danno un vino bianco che ha ottenuto la DOC Gravina. Val d'Itria e dintorni a sud di Bari, le basse colline, le valli e le gole della parte sudorientale delle Murge e della Val d'Itria, caratterizzate dai trulli e dai paesaggi olivetati, si articolano in diverse plaghe vinicole che hanno in comune il clima caldo, una discreta piovosità e una buona produttività. La zona di Gioia del Colle, come quella più settentrionale di Castel del Monte, coltiva in prevalenza uve rosse fra le quali oltre alle più diffuse regionali anche Aleatico e Malvasia Nera. La DOC Gioia del Colle riguarda pero anche, oltre ai vini Aleatico e Primitivo, un bianco, un rosso e un rosato da uvaggi. Più a sud la zona è diventata un moderno centro di produzione di vini bianchi che si fregiano oggi delle DOC Locorotondo e Martina Franca e che si preparano anche in versioni spumantizzate. Ancora più a sud sulle colline costiere e nelle zone pianeggianti intorno a Ostuni vengono coltivati due particolari vitigni non reperibili altrove, l'Impigno a frutto bianco e l'Ottavianello a frutto nero, i quali costituiscono la base caratterizzante dei vini DOC Ostuni. La Penisola Salentina, oltre la cosiddetta Soglia Messapica che da Taranto a Brindisi segue l'ultima ondulazione delle Murge, ha una configurazione pianeggiante in cui si distinguono i modesti rilievi detti Murge Tarantine a nord-ovest, il Tavoliere di Lecce al centro, le ondulazioni dette Serre a sud. Il sottosuolo calcareo ha caratteristiche carsiche con corsi d'acqua sotterranei, grotte costiere e doline. Il clima è mediterraneo, mediamente caldo, siccitoso.